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Atelier Vago è uno studio di architettura senza soglia, senza coordinate precise. Non ha muri fissi, né orari stabili. 

Atelier Vago è un duo, due presenze femminili che disegnano spazi mentre li attraversano, accarezzandone i margini tra interno ed esterno. 

Per Atelier Vago lo spazio di lavoro non è un luogo, ma molteplici: un tavolo di fortuna nella casa d’infanzia o in un’aula universitaria, un cavalletto appoggiato a terra o il vagone di un treno. A volte è uno schermo condiviso a distanza, altre volte un luogo collettivo che le accoglie quando sentono il bisogno di un perimetro comune.

Vago non è solo il nome del duo, ma è anche il modo di abitare lo spazio di lavoro: instabile, errante, incerto.
Il non permanere in un luogo fisso, condizione dettata dalla necessità piuttosto che dalla volontà, si è rivelato non una mancanza, ma una forma. La forma di una visione che si lascia attraversare, che resta permeabile, che accoglie l’indeterminato.

Per Atelier Vago lo spazio di lavoro non è un contenitore, ma un’estensione del pensiero. E il pensiero predilige i luoghi che non si possono definire. È uno spazio che non si misura in metri quadrati, ma in intensità, in visioni condivise. Lo studio è un altrove, un viaggio tra spazi reali e simbolici, tra cultura e quotidianità.

In questo spazio vagante esiste un luogo unico. Un equilibrio silenzioso che prende forma proprio dentro al disordine apparente, come una trama invisibile che tiene insieme il tutto. 
Per Vago l’instabilità non disperde, ma radica. È in questa condizione flessibile e aperta che anche i progetti trovano il proprio bilanciamento, alimentati dalla creatività e dall’abitudine a reinventare continuamente lo spazio e il pensiero.

Via Scipio Slataper 8, Firenze (e in molti altri luoghi)

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